~|~  Mondo Magic Winx ~|~

Nuova intervista a Iginio Straffi: anticipa una nuova serie e i prossimi obiettivi

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 29/7/2014, 13:39
Avatar

Winx Sirenix

Group:
Administrator
Posts:
18,451

Status:


Da Style.it:

Intervista a Iginio Straffi, il papà delle Winx

di Silvia Gianatti 28 luglio 2014

Quest'anno festeggiano i dieci anni dalla loro creazione. Sono le Winx, le fatine amatissime dalle piccole. Quelle che appena tua figlia inizia a frequentare la scuola materna diventano compagne di gioco, perché anche se non l'hai mai messa davanti alla tv, ci sarà almeno una compagna che le conosce e che le insegnerà nomi e caratteristiche, giocando ai poteri magici. E lì sarà solo l'inizio. Perché poi le vedrà sullo schermo, ma anche al supermercato, nei negozi di giocattoli, sui vestiti. E scoprirà anche che esiste un parco a loro dedicato a Roma-Valmontone, durante la pubblicità. Perché le Winx sono dappertutto. E quest'anno tornano anche al cinema. Il 4 settembre infatti arriva sugli schermi "Il mistero degli abissi" il nuovo capitolo d'animazione targato Rainbow, la casa di produzione fondata da Iginio Straffi che ha sede a Loreto, nelle Marche. Lo abbiamo incontrato in occasione del lancio e durante la visita, tra coloristi, disegnatori, sceneggiatori e stilisti, abbiamo pensato bene di fargli qualche domanda. Perché se le piccole adorano Bloom, Flora, Tecna, Aisha, Musa e Stella, noi ci stupiamo che un prodotto italiano sia ormai così famoso anche all'estero. Sbarcherà anche in Cina ed è la prima volta per una serie animata made in Italy. Insomma, visto che al cinema ci dovremo andare, approfittiamone per scoprire qualche retroscena su chi quel film l'ha inventato!

Intervista a Iginio Straffi, il papà delle Winx


Che ricordi ha di quanto tutto è iniziato?

«Stavo lavorando in Francia e in Lussemburgo in film di animazione. Volevo fare quel tipo di esperienza, a contatto con una produzione su larga scala, con reparti organizzati. Facevo gli storyboard e poi magari il risultato finale era diverso da come lo avevo immaginato, ma era bellissimo ritrovarsi con un prodotto finito per il cinema o la televisione. Fu allora che decisi che volevo fare la stessa cosa, ma in Italia, partendo dalle mie forze.»

Quindi è tornato?

«Sì, e non potevo più fare solo fumetti, sarebbe stato limitante. Ho sempre avuto uno spirito di impresa, la capacità di coinvolgere gli amici a fare qualcosa di più. Ho chiuso il rapporto con gli studi francesi ma ho tenuto aperte le collaborazioni, conoscevo un team di disegnatori che ho radunato attorno a me. Mi hanno dato fiducia perché hanno visto che lavoravo bene, sia come qualità che professionalità. Ho così iniziato a investire ogni guadagno in quest’idea.»


Si ricorda quando sono arrivati i primi segnali di successo?

«È stato con Tommy & Oscar, la prima produzione ideata da me. Ho sempre avuto un cassetto pieno di idee e storie, ora ho un hard disc. Da sempre, perché è quello che mi piace fare. Una volta c’erano Walt Disney o i fratelli Warner. Ora chi è capo di studi di animazione di solito è un imprenditore. Si stupiscono tutti che io sia arrivato qui da una passione e sia riuscito a farne un lavoro. Forse è una storie che non esiste più. Il creativo non è mai a capo di tutto. Qui in Rainbow sì.»

Non deve essere stato facile…

«Non mi sono mai risparmiato, ho fatto le notti, ho sempre ricercato la qualità. Mi sono arrabbiato quando le cose non funzionavano, sono andato a bussare a tutte le porte di persona. Ho fatto il giro del mondo due volte, senza fermarmi. Sono andato alla Rai sperando mi aiutassero a produrre Tommy & Oscar, ma mi dissero di no. Allora sono andato in Oriente.»

Ci vogliono tanta determinazione e idee chiare. Ci vuole passione. La sente ancora?

«Sì, oggi sono ancora così, pieno di idee, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Il che è un po’ anche la mia maledizione, non faccio in tempo a godermi un successo che la mia testa è già su altro. Guardo sempre avanti. C’è una nuova serie che ora occupa i miei pensieri, ho già i prossimi obiettivi. E non riguardano Winx»

Che effetto le fa sapere di essere riuscito a creare prodotti così amati dai bambini? Penso alle Winx ma anche a Mia & Me, Huntik..

«È quello l’obiettivo, lo scopo più importante. Frequentare i bambini è la cosa più piacevole di tutte. Mi commuovo se arrivo a Instabul e vedo le bambine con lo zainetto di Bloom. O sento cantare la sigla di Tommy & Oscar. Potrei rilassarmi, andare alle Maldive, e invece voglio fare nuovi progetti e premiare chi ha creduto in me. Chi mi è venuto dietro dall’inizio mi ha dimostrato molta stima, ma non era scontato che andasse a finire bene.»

Il controllo sul prodotto finale è suo?

«Ormai i miei collaboratori sono molto cresciuti e in grado di fare molto da soli, ma sì, dico sempre la mia. Ci metto il mio occhio. Al week end ho sempre pacchi di cose da leggere, tra le serie in produzione e quelle in divenire. Viaggiando mi appunto quello che vedo e alla fine metto insieme una serie di elementi che possono avere un appeal significativo per i ragazzi di oggi. Mi ricordo di una volta in cui i miei collaboratori non trovavano un vestito per Huntik. Io ero in giappone, ho visto un ragazzo con un impermeabile particolare, ho mandato uno schizzo ai ragazzi. Vestiamolo così! Non potrei proprio non essere sul prodotto.»

Per finire... lei ce l’ha una Winx preferita?

«Sì. È Flora!»
 
Web  Top
0 replies since 29/7/2014, 13:39   33 views
  Share