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| RAI ha annunciato la Nuova Serie CALIMERO
Alphanim e Studio Campedelli hanno dato il benvenuto a RAI come l'emittente italiana della nuova serie Calimero. Creato nel 1963 da Nino Pagot, Toni Pagot e Ignazio Colnaghi, Calimero è nato come una serie di pubblicità animata parte dello spettacolo "Carosello" in onda su RAI dal 1960 agli anni 70. Più di 70 ore e 290 episodi di programmi di intrattenimento sono state poi prodotte tra il 1970 e il 1990, in onda in oltre 79 paesi. Alphanim ha sviluppato la serie CGI 104x11 nuova con TF1 sotto la direzione di Marco Pagot. La messa in onda è prevista per il 50° anniversario del marchio nel 2013. Alphanim distribuisce il programma e gestisce il marchio a livello internazionale per conto di Calidra, il titolare del diritto. Rai Fiction e Studio Campedelli sono la parte italiana del progetto. Ecco un articolo a riguardo: Il ritorno di Calimero sempre piccolo e nero: ora è un po’ francese
In Rai dopo 50 anni, i nuovi episodi in 3D Il pulcino che fu simbolo di «Carosello»
MILANO — Di nuovo con mamma chioccia, di nuovo con mamma Rai. E a 50 anni Calimero torna a casa. Dopo aver peregrinato per altre televisioni, nostrane e straniere, il pulcino nero più famoso del piccolo schermo ha ritrovato la strada maestra e ora Raidue è pronta ad accogliere nuovamente uno dei personaggi che hanno fatto la storia della tv italiana.
Con il suo mezzo guscio calcato sugli occhioni tristi, Calimero è entrato per la prima volta nelle case nel 1963, gli anni in cui c’era Carosello che scandiva i minuti prima di andare a letto. Bersaglio di un mucchio di soprusi («Eh, che maniere... Qui fanno sempre così perché loro sono grandi e io sono piccolo e nero. Ma è un’ingiustizia, però... »), quel buffo pennuto è rimasto lì tanto tempo a tentare di convincere le casalinghe della forza sbiancante di un celebre detersivo. Poi dal ’74 il cartoon, nato dalla fantasia di Nino e Toni Pagot e Ignazio Colnaghi, si è affrancato dalla pubblicità e ha iniziato una seconda vita fatta di storie più lunghe con il solo scopo di intrattenere i bambini. Ma per continuare a far saltellare in tv la loro creatura, i papà di Calimero strinsero un’alleanza con i giapponesi con i quali produssero 290 episodi trasmessi in circa 79 Paesi. Adesso la Rai ha individuato nuovi partner (l’italiano Studio Campedelli e la francese Alphanim del gruppo Gaumont) e dall’anno prossimo Calimero potrà finalmente «rincasare» con il suo bagaglio di 104 episodi da 11 minuti.
«Sarebbe stato davvero un peccato acquistare da altri un’idea tutta italiana — spiega Luca Milano, responsabile marketing e animazione di Rai Fiction —. Comunque, anche se realizzato insieme con i cugini d’oltralpe, abbiamo steso le basi per far sì che Calimero non diventi un prodotto francese». E a garantire che le cose vadano realmente così, c’è un signore che è troppo affezionato al pulcino nero per permettere a chiunque di stravolgerne il profilo: «E infatti mi chiamano il guardiano del tempio di Calimero— sorride con una certa soddisfazione Marco Pagot, figlio di Nino e nipote di Toni —. Una delle mie prime battaglie è stata quella di convincere i francesi a realizzare sì il cartoon in 3D, ma disegnato. Trasformare Calimero in un pupazzo di gomma non mi piaceva per nulla». E l’autenticità del personaggio va difesa a tutti i costi, anche perché non è solo un cartone animato, ma nel tempo è diventato un neologismo studiato persino da Umberto Eco: «Quando un personaggio genera un nome comune ha infranto la barriera dell’immortalità ed è entrato nel mito: si è un calimero come si è un dongiovanni, un casanova, un donchisciotte, una cenerentola, un giuda».
Dunque, superato il primo problema grafico, tra Pagot e i coproduttori si è poi stabilito un buon feeling tanto che insieme stanno pensando addirittura di realizzare un lungometraggio: «Mi dispiace dirlo, ma i francesi sono più bravi di noi a sostenere l’audiovisivo». Malgrado continui ad essere piccolo e nero, anche per Calimero il tempo passa e il suo «linguaggio » ha dovuto subire dei cambiamenti: «Nei prossimi episodi ad esempio ci sarà un ritorno al tema "è un’ingiustizia però..." che negli anni si era perso. Tuttavia ci siamo resi conto che concludere la storia con quella frase avrebbe finito per trasmettere un senso di sconfitta. Allora abbiamo pensato di metterla all’inizio, così da far diventare il pulcino una sorta di eroe che risolve dei piccoli casi di ingiustizia ». Come ad esempio quella di lasciare il cinquantenne Calimero ancora lontano da mamma Rai.
Pasquale Elia
(Da Il Corriere della Sera)Prima foto della nuova serie in CGI:
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