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Iginio Straffi parla di Huntik

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view post Posted on 7/1/2010, 22:38
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Ecco un articolo in cui Iginio Straffi parla di Huntik e delle Marche:

Rainbow Un arcobaleno di creatività che colora l’industria

di Iginio Straffi

Spesso mi capita di rispondere a questa domanda: perché un’industria delcartone animato nelle Marche? A quale tradizione marchigiana, io come dise-gnatore, la Rainbow come azienda, ci sentiamo di appartenere?È evidente che non c’è una risposta diretta a questo interrogativo e che quin-di si potrebbe dire che io, Iginio Straffi, avrei potuto fare lo stesso mestiere,inventare le Winx, disegnare Huntik, anche se non fossi nato sotto le cimeinnevate dei Sibillini e non avessi impiantato la mia impresa tra la cupoladella basilica di Loreto e la Torre del Passero Solitario a Recanati.Poi a pensarci meglio, a cercare tra le pieghe delle scelte fatte, a guardare lastoria ed i tratti dei miei personaggi, ad esaminare i metodi di lavoro dellaRainbow, si ritrovano tanti riferimenti alla nostra arte, alla nostra culturad’impresa ed anche al nostro sistema di sviluppo economico.Molte volte ci è stato detto che il successo internazionale delle Winx dipen-de dalla forte impronta Made in Italy che abbiamo scelto per il look dellefatine. Se dunque consideriamo il cartone animato come un prodotto artisti-co-artigianale che per imporsi nel mondo deve passare attraverso un pro-cesso industriale, allora possiamo ben dire che anche per noi il design è ilvalore aggiunto che garantisce il successo dei nostri prodotti. Qui il collega-mento con la storia dell’industria marchigiana è obbligato dal momento chenelle Marche, più che in altre regioni, si è puntato con grande lungimiranzaal design per imporre sui mercati i nostri prodotti: mobili, calzature, elettro-domestici, illuminazione, abbigliamento.Fa parte inoltre della cultura d’impresa marchigiana anche la grande attenzionealla qualità del prodotto, un’ossessione quasi maniacale che è stata però l’ori-gine del successo del nostro manifatturiero e che oggi è garanzia di eccellenzadel Made in Marche. Da parte nostra non potremmo avere uno spazio nel mon-do dell’intrattenimento internazionale, non potremmo competere con i colossi dell’industria americana e giapponese se non riservassimo una totale accura-tezza alla creazione delle nostre serie televisive e cinematografiche.Mi piace inoltre pensare che la nostra storia, come quella di tante altre realtàproduttive marchigiane, abbia la particolarità di comprendere una particola-re caratteristica della cultura marchigiana: siamo una comunità fortemente radicata nel proprio territorio, rispettosa dei valori tradizionali della famiglia, eppure siamo pronti a spiccare il
volo verso gli orizzonti più lontani.
Dal punto di vista culturale credo che questa anima doppia di noi marchigiani abbia permesso l’evoluzione continua dei nostri punti di riferimento ed anche i successi industriali dell’export sono il frutto di questa particolare inclinazione.
Il mio ultimo progetto creativo, la serie Huntik, cerca di realizzare una sintesi avanzata delle riflessioni che ho voluto fare sul rapporto cultura-territorio.
Da anni sostengo che troppo spesso le storie e le location dei cartoni animati sono condizionate da miti, stili di vita e paesaggi che rispondono alle culture statunitensi o a quelle giapponesi. Una sorta di imposizione che ho voluto spezzare con questo ultimo lavoro. I personaggi di Huntik non si muovonosoltanto dentro le meravigliose scenografie che abbiamo preso in prestito dalle più belle città europee ma soprattutto recuperano quei racconti, quelle leggende che hanno formato nel corso dei secoli il giacimento della mitologia e del narrato epico del
nostro continente. La produzione di Huntik è stata un lavoro immenso eappassionato, che ha impegnato centinaia di professionisti per ben tre
anni di lavorazione, coinvolgendo le eccellenze nel campo dell’animazione.
Una cura particolare è stata dedicata al disegno dei monumenti, delle vie e delle piazze delle più belle città europee: Roma, Venezia, Parigi, Praga, Amsterdam. Qualcosa che non era mai stato fatto per una serie televisiva di cartoni animati.
Credo che dobbiamo sempre essere orgogliosi delle nostre radici, forse dobbiamo
essere più bravi a raccontarci, non dobbiamo temere di diventare
padroni di un metodo di narrazione che invece per tanti secoli è stato il
nostro. L’Italia, e quindi anche le Marche, hanno dei veri e propri giacimenti
di beni irriproducibili ed intangibili.
Qualcosa che respiriamo sin dalla nascita che sta dentro i quadri che vediamo
nelle chiese, nei racconti che ascoltiamo dagli anziani in piazza, dal paesaggio
che vedo tutte le mattine quando dalla mia casa che guarda l’Adriatico
vengo a lavorare alla Rainbow tra i campi di girasole a Loreto.
 
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