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Winx, tutti i numeri delle fatine
Tornano a volare le fatine più famose del mondo animato, le Winx, che ‘planeranno' nelle sale italiane il 29 ottobre con il secondo capitolo delle loro avventure, "Winx Club 3d - Magica Avventura". Il film, realizzato dall'italianissima Rainbow e distribuito da Medusa, è la prima pellicola in 3D prodotta interamente in Italia: il successo conquistato dalle fatine ha raggiunto però delle proporzioni mondiali. Basti pensare che possono contare su almeno un milione e mezzo di affezionatissimi fans e che il numero di visitatori del loro sito si aggira intorno ai 26 milioni.
La serie animata delle Winx è trasmessa in 150 paesi, dall'Europa all'America fino all'Asia e all'Australia. Il fenomeno legato alle sei fatine-fashion ha caratteristiche multimediali: non solo un cartone seguitissimo e una saga cinematografica da record, ma anche uno spettacolo dal vivo (il musical itinerante sul ghiaccio che ha venduto più di 150.000 biglietti ed è pronto per sbarcare in Europa), un gioco MMO, una fortunatissima serie di bambole, di figurine e di merchandising, oltre che un fenomeno editoriale con la rivista ‘Winx club Magazine'.
Numeri dunque impressionanti per una realtà italiana che ha rapidamente conquistato le ragazzine di tutto il mondo. Di fronte al successo del primo film, uscito nelle sale nel 2007, la Rainbow ha voluto ‘osare' e proporre al pubblico un film interamente in 3D. La mole di lavoro dietro a un progetto del genere è difficilmente immaginabile, anche qui parlano i numeri: 5000 schizzi preparatori, 90 scenografie e 220 personaggi da caratterizzare, 125mila frame finali e 5 milioni di layer (livelli diversi che compongono il fotogramma).
La complessità del lavoro viene spiegata facilmente da questa media: tanto per dare un'idea, hanno lavorato in 400 fra tecnici, grafici, programmatori ed artisti per realizzare fra gli 0,2 e i 2 secondi di scene...al giorno! E tutto questo non avviene sulle colline di Hollywood, ma qua in Italia: per dimostrare che, quando si mettono d'impegno, gli italiani ‘do it better'.
Articolo di Francesca Di Belardino
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