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Iginio Straffi è diventato papà, lancia nuovi cartoni e progetta il futuro delle Winx

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view post Posted on 8/8/2013, 17:38
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Winx Sirenix

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Ecco una bella intervista a Iginio Straffi realizzata da Il Corriere Adriatico:

L'intervista/Le Winx, Hollywood e la figlia: Iginio Straffi si racconta

di Alessandra Camilletti

LORETO - Oggi l’attende un volo per Singapore. A Singapore l’attende la moglie Joanne. E l’aspetta soprattutto la piccola Isotta, un mese tra qualche giorno. Già. Iginio Straffi è diventato papà.

Allora, la prima figlia. Com’è essere padre dopo essere stato per dieci anni il papà delle Winx?Un’emozione molto più forte e diversa rispetto a quella di partorire una produzione televisiva e cinematografica. Questa creatura è venuta fuori dal rapporto molto forte che c’è tra me e mia moglie e devo dire che ci è venuta bene, è molto carina. Ancora stentiamo a renderci conto.

Che viaggio sarà? Mi aspetto un viaggio piacevole. La bambina è nata giù, c’erano lo stress dell’ospedale, l’ansia del momento e io sono dovuto ripartire dopo una settimana. È stato bellissimo ma sicuramente meno appagante per godersi questa piccolina. Ora, in una situazione di maggiore normalità, sarà bellissimo passare il tempo con lei, che cambia di continuo e ogni giorno scopre nuove cose.

Le interviste d’estate di solito si fanno sotto l’ombrellone. Ma Straffi ci sta sotto l’ombrellone?Poco. Mi metto un po’ a prendere il sole ma poi vado subito in acqua. Non riesco a stare fermo per troppo tempo.

E cosa fa? Leggo, penso. Snorkeling, canoa, anche solo passeggiare sulla spiaggia, è molto rilassante. Magari invece che sotto l’ombrellone mi metto sul bagnasciuga con l’ondina che arriva. Ieri sera (martedì sera; ndr) sono tornato a casa all’una, dopo una cena con i partner americani con cui stiamo studiando nuove produzioni, e ho sentito proprio l’esigenza di salire in terrazza a guardare le stelle. Pronto per San Lorenzo... Con gli amici passavamo le notti con la testa all’insù. Stavamo lì anche delle ore, in campagna, e qualche stella cadente la beccavamo quasi sempre. Sono stato sulla terrazza una decina di minuti, con un venticello bellissimo. Ogni tanto bisogna riconquistare il rapporto con la natura, con il cielo, la terra. Mi è anche capitato di andare a Gualdo, guidare tra due campi infiniti di girasoli, vedere il verde in fondo... Una sensazione incredibile. Sono cose che devi vivere. Ho fatto anche le foto.

Facciamo che sotto l’ombrellone ci stiamo noi. Ci fa sognare raccontandoci la magia di Los Angeles? Sicuramente il mondo di Hollywood è molto simile a quello che si rappresenta in televisione, con uno star system importante che vive una vita parallela. Non è il mio mondo, ma è stato divertente. Le mega feste ci sono sul serio e ti trovi a fianco di Sharon Stone piuttosto che di Quentin Tarantino o di Al Pacino e chi più ne ha più ne metta. In quei contesti sembra tutto normale. Contrariamente a Cannes, a Los Angeles le feste iniziano presto e finiscono presto. In Europa fino alle quattro o alle cinque non si riesce ad andare a dormire. Ma si mangia meglio da noi, sicuramente.

Che estate farà? Quest’anno neanche un giorno in barca, nessuna vacanza canonica. Solo recupero moglie e figlia, ma anche a Singapore ci si prende un po’ di relax. Andrò a vedere i nuovi giardini: le piante di tutto il mondo ciascuna con il suo microclima. In questi paesi ne inventano una al giorno e fanno politiche di sviluppo continue. Anche se ne sbagliano una, ne azzeccano cinque e continuano a crescere in maniera importante. Singapore ogni anno cambia look. Si allarga di continuo sul mare e ci costruisce sopra cose bellissime che attraggono turismo e capitali.

I propositi per la ripresa di settembre? Abbiamo messo in cantiere diversi progetti nuovi importanti, come il decennale delle Winx. Credo che nei prossimi anni avremo nuovi personaggi, nuovi mondi a popolare l’immaginario dei ragazzini. Facciamo principalmente animazione e programmi per ragazzi e ora abbiamo un live action con Mia and me. Ci piace cominciare a cimentarci in un discorso più giovane.

Di cosa c’è bisogno nelle Marche oggi, dal punto di vista del tessuto economico che poi è anche tessuto sociale, considerata la crisi? Le Marche rappresentano in piccolo l’Italia. Quello che bisognerebbe fare su grande scala va fatto qui partendo dalle infrastrutture ancora carenti. In generale, tutto il territorio si dovrebbe focalizzare sulla prima risorsa: turismo e qualità della vita. Le Marche possono fare tantissimo. Quest’anno stiamo facendo meglio, spero anche per la campagna delle Winx (sorride; ndr). Ma le Marche sono al 19esimo posto come flussi di turismo e di introiti, ed è strano. A livello di bellezze e attrazioni non c’è così poco da essere penultimi. Tra mare, monumenti, città e musei non credo dovremmo essere oltre la decima posizione. Serve un progetto. Certo, se l’aeroporto perde voli o prende voli verso Paesi non di turismo e se il treno perde collegamenti... Le aziende devono ricevere facilitazioni dal credito, bisogna inventarsi nuove attività. Penso ad esempio ad alcuni prodotti enogastronomici. Con poco si può riuscire a fare molto.

Dieci anni di Winx, che effetto fa? È un grosso traguardo. Spero di vedere presto mamme che da bambine giocavano alle Winx far vedere il cartone con grande passione alla proprie figlie. Questo è un po’ l’obiettivo, così il mondo delle Winx continuerò a vivere per tanti anni.

Se fossero in carne e ossa, che volto darebbe alle fatine attingendo dallo showbiz? Per le giovani attrici è un po’ difficile dirlo, ce ne sono moltissime sia in Italia che all’estero che potrebbero ricordare le nostre Winx. Jennifer Lawrence potrebbe essere una bellissima Bloom oppure Vanessa Hudgens come Flora oppure Amanada Seyfred nel ruolo di Stella.

Il cartone che non ha ancora inventato? Forse una commedia molto molto surreale, potrebbe funzionare. Non so se valga la pena realizzare cartoni per grandi, come accade in Giappone.

Da Gualdo nel mondo e dal mondo a Gualdo. Molti stranieri hanno preso casa nel suo paese d’origine, al punto da far registrare un record di piscine. Cos’ha di speciale? Credo sia semplicemente andato di moda, cominciando dal passaparola. L’entroterra marchigiano - quello maceratese che conosco meglio ma anche dell’Anconetano - è molto simile al paesaggio più noto della Toscana o dell’Umbria, solo non ha l’appeal di città come Firenze o Pisa. Quando qualcuno lo scopre sparge la voce: c’è una vista meravigliosa, si mangia benissimo e i casolari costano la metà. E si sono fatti la piscina, per gli stranieri un must.

La soddisfazione più grande? Non posso che dire la nascita di mia figlia.

E quella che si aspetta? Spero di riuscire a creare un altro mondo, un’altra serie di personaggi che possano entrare nell’immaginario dei ragazzi di tutto il mondo. Ho avuto questa fortuna con Tommy&Oscar, con cui ho varcato i confini dell’Italia, fino all’America latina. Quando trovi bambini che cantano la sigla a memoria o ti fanno domande precise su questo o quest’altro episodio, capisci che sei riuscito a cogliere nel segno. Un’emozione molto forte. Con le Winx si è moltiplicato tutto per cento. Recentemente ci ha scritto una mamma americana: la figlia veniva derisa dai maschi che avevano Spiderman, Iron Man, Batman e tutti i super eroi, mentre le bambine no, erano senza poteri. Ora la figlia è una Winx, combatte meglio di Spiderman e fa le magie.

E lei che super poteri vorrebbe avere? Me ne basterebbe uno: potermi sdoppiare. Vorrei un clone da mettere in ufficio con le sue 13 o 14 ore, come faccio io.

Come si sta da Iginio Straffi? Non sempre bene come si può immaginare. Nel mantenere tutto funzionale e continuare questa crescita sicuramente le difficoltà sono tante. Proprio per quello vorrei sdoppiarmi. Si vive sempre un po’ in tensione e in ritardo sulle cose che vanno fatte. Come tutti comprendo bene il pessimismo leopardiano: la felicità è fatta di pochissimi momenti. Sono persona che se ne rende conto, a volte lo faccio notare a chi sta con me, quando sto vivendo una giornata speciale, quando c’è un clima perfetto, la compagnia perfetta. Riesci a goderti anche il sale della vita. Ci sono momenti che devi riuscire a cogliere.

Che desiderio affiderebbe alla prossima stella cadente? Poter vivere felici per molti anni.

Com’è riuscito a creare un’azienda che è anche famiglia? Non lo so, per me è stato naturale. Quando siamo partiti, la paga era base e la Rainbow stava in una villetta: cucinavo per tutti. A volte con il sugo di mamma, a volte carbonara e boscaiola fatte da me all’istante.
 
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